La statua, ritrovata divisa in 23 frammenti, risulta essere la più integra nella sua struttura. Alta circa 195 cm, rappresenta una donna avanti con l’età ma con un atteggiamento nobile e austero.
La matrona indossa la stola con sopra un mantello chiamato palla. All’anulare è possibile osservare un anello, dalla forma ovale molto simile a quella dell’anello d’oro dell’ordine equestre, esprimendo in questo modo la sua appartenenza ad una famiglia di un elevato rango sociale. L’acconciatura è caratterizzata da una riga al centro, capelli raccolti in una sorta di crocchia dietro la nuca e piccoli riccioli che le incorniciano il volto. Si tratta di una pettinatura di derivazione ellenistica di moda tra le matrone romane tra il 70 e il 30 a.C.
Della statua, fortemente incompleta, è giunta fino a noi solo la parte inferiore. L’abbigliamento e l’acconciatura dei capelli dovevano essere del tutto simili a quelli della prima matrona, così come la postura e la posizione di braccia e mani. L’unica differenza riscontrabile è nell’andamento molto più morbido del mantello.
Di questa figura rimane solamente la parte superiore del busto. La testa, ritrovata molto danneggiata, è stata ricostruita utilizzando della resina sintetica di colore grigio.
Le caratteristiche del suo volto possono indicare un’età piuttosto matura, presumibilmente intorno ai 40 – 45 anni. Il cavaliere indossa la tunica e il paludamento, un mantello utilizzato dai generali o ufficiali di alto rango in tempo di pace. Il braccio destro alzato all’altezza dell’occhio potrebbe indicare un gesto di pace.
Della seconda figura maschile si sono conservate solamente le gambe. Il cavaliere indossa una particolare calzatura alta e chiusa, a doppi lacci, chiamata calceo, una sorta di stivaletto in pelle che indicava il rango sociale di chi lo portava. È plausibile che il personaggio fosse un senatore, appartenente quindi alla classe dirigente romana.
Nonostante il loro stato frammentario, l’atteggiamento dei due cavalli risulta essere maestoso. La posizione che assumono è quella di procedere al passo con tre zampe a terra ed una delle anteriori sollevata, postura tipica dei cavalli raffigurati nelle statue equestri d’epoca romana.
I cavalli presentano delle criniere molto curate e ben pettinate. I pettorali risultano essere divisi in tre zone, due fasce laterali più strette ed una centrale più larga e più alta. Entrambe le teste sono riccamente ornate di falere che mostrano protomi delle principali divinità romane, la cui presenza aveva la funzione di assicurare la protezione divina ai due cavalieri.
Museo dei Bronzi Dorati della Città di Pergola
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