La storia di questo straordinario gruppo equestre ha inizio il 26 giugno 1946. I fratelli Giuseppe e Pietro Peruzzini, mezzadri del podere di proprietà della famiglia Rossi-Castellucci, situato nella frazione Cartoceto di Pergola, località Santa Lucia di Calamello, durante dei lavori di scavo per la realizzazione di un canale di scolo per l’acqua piovana, colpirono con la vanga una parte metallica.
Allargando lo scavo, all’interno di un’unica fossa a forma di cono rovesciato, di larghezza massima di 4 metri e mezzo e profondità di 1 metro e 60 centimetri, vennero alla luce frammenti bronzeo-dorati del peso di circa 9 quintali, divisi in più di 300 pezzi di varie dimensioni.
Oltre ad una infinità di parti di collocazione indeterminata, erano però distinguibili le teste e le zampe di due cavalli, un busto e due gambe maschili e la parte superiore e inferiore di una figura femminile.
Le quattro statue rinvenute a Cartoceto, sono esposte all’interno di una sala climatizzata e posizionate secondo uno schema piramidale con i cavalieri al centro e le due matrone ai lati.
Lo stato frammentario delle statue e le pesanti deformazioni delle parti metalliche fanno ipotizzare che il gruppo sia stato intenzionalmente distrutto con oggetti contundenti prima di essere nascosto e sotterrato.
Prime analisi dei frammenti
Grazie al tempestivo intervento di Giovanni Vernarecci, parroco nel vicino Comune di Fossombrone, nonché Ispettore Onorario alle Antichità, giunse sul posto, nei giorni seguenti, la Soprintendenza alle Antichità delle Marche la quale requisì tutto il materiale rinvenuto. Ad una prima analisi si intuì subito che i frammenti dovessero appartenere, in origine, ad un monumentale gruppo statuario d’epoca romana, formato da due figure maschili a cavallo e due femminili stanti.
Museo dei Bronzi Dorati della Città di Pergola
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