Nel 1811 le cinque tavole (non l’intera opera), considerate tra le rappresentazioni artistiche più interessanti di questa zona.
Il polittico, diviso in cinque scomparti sormontati da un ugual numero di lunette, proviene dall’altare maggiore della chiesa dell’ex convento agostiniano di San Giacomo. Nel 1811 le cinque tavole (non l’intera opera), considerate tra le rappresentazioni artistiche più interessanti di questa zona, vennero prelevate dagli emissari napoleonici, portate a Milano e depositate nella pinacoteca annessa all’Accademia di Brera. Dopo la caduta di Napoleone, nonostante il tentativo di riottenere i dipinti, i cinque riquadri non vennero restituiti, ma rimasero a Milano diventando di proprietà della Pinacoteca di Brera. Nel 2004, in occasione della mostra temporanea Tardogotico e Rinascimento a Pergola, grazie a un prestito concesso dalla galleria milanese è stato possibile ricostituire l’opera originaria, che da quel momento è rimasta esposta a Pergola.
Il polittico, datato tra la fine del XV e l’inizio del XVI secolo, rimanda a modi tipici della pittura umbra del Quattrocento ed è stato attribuito a un anonimo artista marchigiano legato forse alla cerchia dei fratelli Nardini, pittori originari di Sant’Angelo in Vado. Nella tavola centrale, di larghezza maggiore (145 x 55 cm) rispetto alle altre (145 x 42 cm) è raffigurata la Madonna adorante il Bambino: la Vergine, il cui capo è coperto da un velo bianco, è vestita con un abito rosso e avvolta in un manto blu; il Bambino, sdraiato sulle sue ginocchia, indossa una collana e un braccialetto di corallo rosso, di valenza apotropaica, e tiene tra le mani un frutto, forse una melagrana, simbolo della sua futura Passione e della sua funzione di Redentore.
Nei due pannelli laterali a sinistra sono rappresentati san Giacomo Maggiore apostolo, cui è dedicata la chiesa, caratterizzato dal bastone da pellegrino e da un grande cappello che pende sulle sue spalle, e santa Monica; nei due a destra suo figlio, il vescovo Agostino, fondatore dell’ordine, e san Tommaso apostolo, considerato il protettore degli architetti e riconoscibile dalla squadra tenuta nella mano sinistra, che ricorda l’incarico ricevuto dal re delle Indie di costruire un “palazzo celeste”.
A differenza delle tavole dipinte su un fondo oro decorato con tendaggi verticali, le lunette presentano uno sfondo celeste. Al centro in alto vi è l’immagine di Dio Padre benedicente circondato da un alone triangolare simbolo della Trinità; più in basso l’immagine di Cristo risorto, che si leva dal sarcofago, separa la scena dell’Annunciazione con l’angelo annunciante a sinistra e la Madonna a destra. Alle estremità sono poste due figure a protezione di tutta la comunità cittadina, san Secondo e san Sebastiano: il primo mostra il modellino della città e regge con la mano sinistra un vessillo con i colli di Pergola stilizzati; il secondo, invocato contro la peste o le calamità in generale, è raffigurato con i suoi attributi caratteristici, la freccia e l’arco.
Museo dei Bronzi Dorati della Città di Pergola
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