Museo dei Bronzi Dorati e della Città di Pergola
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Bella Pietà

Bella Pietà

Realizzata in gesso duro policromo

La Madonna esprime la sofferenza per la morte del Figlio portandosi la mano sinistra al petto, due lacrime le solcano il giovanile e dolce volto, incorniciato dalle fitte pieghe del velo bianco.

Bella Pietà di Pergola appartiene alla fase centrale dell’evoluzione dell’iconografia originaria del Vesperbild, che raggiungerà alla fine del Quattrocento il punto massimo della sua espressione con la Pietà di Michelangelo. La Madonna esprime la sofferenza per la morte del Figlio portandosi la mano sinistra al petto, due lacrime le solcano il giovanile e dolce volto, incorniciato dalle fitte pieghe del velo bianco. L’abito, caratterizzato da un elegante e ricco panneggio, non può essere oggi apprezzato nella sua cromia originaria, nascosta da almeno due strati di ridipinture successive, l’ultima delle quali risalente forse al Settecento. Il corpo del Cristo, seppur abbastanza proporzionato, risulta essere ancora rigido e lacerato dalle ferite. Si tratta di un’opera di straordinaria qualità formale, di cui è però molto complesso individuare il luogo di produzione. Il materiale con cui è stata realizzata, cioè gesso duro policromo, lascerebbe pensare a Salisburgo, città dove era molto sviluppata la lavorazione del Gußstein (letteralmente “pietra colata”). Il panneggio dell’abito della Madonna e le proporzioni tra le due figure fanno ipotizzare una datazione non precedente al 1410.

L’opera, probabilmente commissionata dal priore del convento agostiniano di Pergola in contatto con i confratelli d’Oltralpe, venne eseguita per la chiesa di Sant’Agostino e collocata in una cappella molto vicina all’altare maggiore. Nel Settecento, in base a dei documenti d’archivio, la statua si trovava nel secondo altare della navata destra (oggi del Sacro Cuore), dove era nascosta dalla tela raffigurante la Madonna del Soccorso di Giovanni Francesco Ferri. Successivamente la Bella Pietà fu nuovamente spostata e verso il 1993 sistemata all’interno della vicina cappella dei Magi, sua ultima collocazione.

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